Persone comuni felici

Quando il Budda si "accende" dentro i problemi si risolvono, perchè la saggezza ci fa imboccare la strada giusta, l'armonia con l'ambiente ci fa essere al posto giusto nel momento giusto, la forza vitale alleggerisce ogni peso, la realtà appare per quello che è: le ombre che fanno paura si diradano e un coraggio fiducioso prende il loro posto.
L' obiettivo di questa pratica non è quello di diventare esseri superiori e perfetti, ma persone comuni felici.

giovedì 11 febbraio 2010

ZADANKAI

Il Nuovo Rinascimento n.436 1 febbraio 2010
Grandangolo:
LA CENTRALITÀ DELLE RIUNIONI DI DISCUSSIONE
Quelle stanze senza pareti
di Daisaku Ikeda
Le riunioni di discussione sono la forza e la peculiarità della Soka Gakkai. In questo recente saggio il presidente Ikeda ripercorre i punti fondamentali da tenere a mente per creare un grande movimento delle nostre riunioni di discussione
Io e te
pieni di allegria
compagni di fede dall'infinito passato
sovrani della vittoria.

«Un incontro accogliente è quello in cui ognuno manifesta all'altro sentimenti di rispetto». Queste sono le parole che scrisse lo scrittore tedesco Wolfgang Goethe più di duecento anni fa ne Le affinità elettive. Qui l'espressione "sentimenti di rispetto" può essere interpretata anche con "rispetto gioioso" e "dimostrare rispetto con spirito sereno".
Se Goethe avesse avuto occasione di partecipare alle nostre riunioni di discussione, sicuramente avrebbe espresso a gran voce il suo entusiasmo. Una riunione dove gli amici si scambiano sguardi colmi di rispetto: questa è la tradizionale riunione di discussione di cui noi della Soka Gakkai andiamo fieri.

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Lo scrittore Antoine de Saint-Exupéry (1900-44) disse: «Scoprire il cuore altrui ci fa sentire più ricchi e ci porta a sorridere e a guardarci negli occhi reciprocamente».
«Iniziamo dalle riunioni di discussione!»: a queste parole in ogni angolo del mondo il viso delle persone si illumina di un sorriso. Nelle isole dell'estremo nord, in Ecuador, in Uganda, ma anche in India, terra natale del Buddismo, o in Grecia, dov'è nata la democrazia, nelle metropoli del mondo come New York, Londra, Mosca, Hong Kong, Macao, si tengono riunioni di discussione piene di vitalità.
In questo mondo, caratterizzato da un cuore sempre più desertificato, si sta diffondendo la riunione di discussione, che appare come un'oasi della gente comune che disseta la Terra. Oggi la parola zadankai è diventata internazionale.
La riunione di discussione ha superato i confini geografici del Giappone perché in essa vive lo spirito dell'umanesimo insegnato nel Sutra del Loto: «Se vedrai una persona che accetta e sostiene questo sutra dovrai alzarti e salutarla da lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda» (SDL, 435).

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L'eterna
strada Soka
colma dei tesori
di gioia e felicità
insieme alle famiglie
di tutto il mondo.

Nichiren Daishonin, all'inizio del trattato Adottare l'insegnamento corretto, sedendosi vicino all'ospite parla con tutto il cuore: «Possiamo [...] discutere a fondo» (RSND, 1, 7).
Alle riunioni di discussione, direttamente legate al cuore di Nichiren, non ci sono espressioni fredde di mancanza di compassione. Non ci sono comportamenti autoritari con cui le persone vengono aggredite. Non ci sono disuguaglianze e meri sentimentalismi.
Nelle riunioni di discussione brillano l'incoraggiamento, la fiducia e il rispetto pieno di calore e ciascuno, qualunque sia la sofferenza che sta affrontando, riceve la conferma che ha il diritto di diventare felice e che sicuramente lo diverrà.
Qui non ci sono muri.
Nelle isole Fiji alle riunioni di discussione partecipano anche cattolici e musulmani, allargando così la cerchia delle amicizie.
La riunione di discussione è la patria della repubblica degli esseri umani, dove si condividono gioie e dolori e vengono superate le differenze di razza, credo e posizione sociale.
L'ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid, di religione islamica, mi ha detto durante un incontro: «Scoprire ciascuno i lati belli dell'altro, influenzarsi reciprocamente in modo positivo: questo processo è l'unica strada per far crescere il nostro senso di umanità. Nei momenti di sofferenza e sfortuna è necessario incoraggiarsi e sostenersi l'un l'altro. L'amicizia è veramente il tesoro della vita».

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Nell'aprile del 1942, mentre le nubi della guerra incombevano su tutto il paese, Tokyo subì il primo bombardamento. Nonostante la paura ancora vivida nei cuori, a maggio il primo presidente Tsunesaburo Makiguchi partecipò coraggiosamente alla riunione di discussione nel quartiere di Nakano, a Tokyo. Attraverso la spiegazione del Gosho incoraggiò i membri presenti infondendo loro convinzione. «È normale che le forze demoniache si manifestino. Non dobbiamo averne paura né subire la loro influenza», disse. Makiguchi voleva far capire ai suoi discepoli che, nella lotta per portare avanti il movimento di kosen-rufu e la nostra rivoluzione umana, sicuramente sarebbero apparsi i tre ostacoli e i quattro demoni "facendo a gara per interferire".
Il controllo del governo militarista sui cittadini si fece sempre più rigido, tanto che il solo tenere le riunioni di discussione divenne sempre più difficile. Negli opuscoli distribuiti ai membri della Soka Gakkai si poteva leggere che nel caso di incursioni aeree le riunioni di discussione dovevano essere sospese.
Molto spesso la polizia speciale faceva irruzione nelle riunioni di discussione. Quando il presidente Makiguchi partecipò allo zadankai a casa dei genitori di mia moglie, era presente la polizia speciale per controllare la riunione. Al fianco di Makiguchi sedeva mia moglie: sua madre aveva pensato che, vedendo il presidente accanto a una bambina, la polizia speciale si sarebbe tranquillizzata. Le madri Soka sono forti e sagge.
Il maestro Makiguchi non indietreggiò mai di fronte alle pressioni militariste. Fino a poco prima dell'arresto partecipò alle riunioni di discussione e promosse dialoghi colmi di convinzione.

Il punto di origine dello sviluppo Soka

In qualsiasi epoca e in qualsiasi società la riunione di discussione sarà sempre la forza motrice della Soka Gakkai. Questa era la ferma convinzione del nostro primo presidente. Il mio maestro Josei Toda ha ereditato il cuore e fatti suoi gli ideali del suo maestro. A causa delle pressioni del governo militarista i responsabili centrali, deboli e codardi, abbandonarono la fede. Invece Josei Toda, che incarnava la non dualità di maestro e discepolo, rimase impassibile di fronte all'autoritarismo esercitato dal governo.
«Per ricostruire la Soka Gakkai è fondamentale ripartire dalla riunione di discussione»: questa fu la decisione del presidente Toda - derivata dal lascito spirituale di Makiguchi - quando uscì dalla prigione nel luglio del 1945.
Nove mesi dopo la sconfitta del Giappone, il 5 maggio 1946, il mio maestro partecipò a una riunione di discussione a Kamata, incoraggiando tutti i presenti.
Nel mese di settembre dello stesso anno, Toda si recò per la prima volta dalla fine della guerra fuori città, a Ibaraki, dove partecipò a una riunione di discussione facendo in modo che fosse una riunione allegra e significativa. Adesso, in questo luogo di origine del nostro movimento, c'è il Training Centre di Ibaraki, e qui è stato eretto un monumento dedicato proprio alla riunione di discussione.
Pensando a entrambi i maestri, ho coniato questa frase: «L'asse fondamentale della ricostruzione e dello sviluppo della Gakkai è la riunione di discussione, che portiamo avanti con costanza e tenacia».
La riunione di discussione è il punto di origine del nostro sviluppo. Dalla passione viva delle riunioni nascono il nostro progresso, la nostra crescita e le nostre vittorie. Sia la "campagna di febbraio" che la "campagna di Osaka" sono state realizzate a partire dal palcoscenico delle riunioni di discussione.

Meglio di tante belle parole

È grazie alla riunione di discussione che la Soka Gakkai è forte e non crollerà mai. Il maestro Toda diceva: «Meglio di un milione di belle parole è lo zadankai che sicuramente muove l'ingranaggio di kosen-rufu».

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Risolutamente
sconfigge le persecuzioni
meschine
la famiglia Soka
in solidarietà gioiosa.

Il 18 maggio 1978, dopo aver partecipato alla riunione con i massimi responsabili dell'area di Chugoku, mi recai nella prefettura di Yamaguchi e partecipai alla riunione di discussione del capitolo Otoshi. Arrivai all'improvviso, e quando mi affacciai nella casa dal lato del giardino si levarono esclamazioni di sorpresa. Entrando, sentii da parte dei presenti una certa tensione. Allora scelsi di fare da moderatore facendo in modo che ogni partecipante tornasse a casa soddisfatto e felice di aver partecipato alla riunione; erano presenti anche tanti bambini vivaci. Nell'area di Chugoku, con mia grande gioia, c'è l'ottima tradizione di far crescere i membri della Divisione futuro facendoli partecipare alle riunioni di discussione. In quell'atmosfera familiare piena di calore, dove risuonavano tante risate, passammo in modo naturale a una sessione di domande e risposte. Ascoltando con attenzione ogni singola persona, cercai di incoraggiarle tutte. Ralph Waldo Emerson (1803-1882) affermava che sicuramente un dialogo onesto e allegro moltiplica la nostra forza.
La nostra pratica buddista deve far sì che ognuno sia felice, e la riunione di discussione ha lo scopo di stimolare la fede di ogni persona. I partecipanti sono tutti protagonisti perciò l'ichinen dei responsabili è fondamentale. I responsabili dovrebbero partecipare alla riunione di discussione dopo aver pregato sinceramente per la felicità dei compagni di fede. Anche i preparativi della riunione sono fondamentali. Desidero che ognuno si impegni a trasmettere cuore a cuore rispetto e gratitudine. In particolare lodate quei compagni di fede che stanno lottando dietro le quinte.
Michel de Montaigne (1533-1592) scriveva che negli altri lodava sempre le caratteristiche positive e che non mancava mai di sottolineare i pregi dei suoi amici.
Quando il tempo è limitato è difficile che tutti possano intervenire. Però se si realizza una riunione di discussione colma di coraggio e di determinazioni, dove si riesce a dialogare col cuore, allora sicuramente tutti andranno a casa soddisfatti e desiderosi di partecipare al prossimo incontro.

La prova della vittoria

La riunione di discussione è uno spazio aperto a tutti.
Agli amici del capitolo di Yamaguchi dissi: «I partecipanti non devono dimenticare di impegnarsi sia nell'approfondire la fede che nel far sviluppare la zona in cui vivono». Come possiamo, partendo dalla riunione di discussione, offrire la prova concreta della crescita e della vittoria fino alla prossima riunione?
«Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese» (RSND, 1, 885). Questo è l'invito che ci rivolge Nichiren Daishonin. Nel portare avanti la propria lotta quotidiana, è vitale che sia i responsabili del gruppo sia i responsabili degli altri livelli che partecipano a quello zadankai dedichino le loro energie ad andare a trovare i compagni di fede, mantenendo come asse portante dell'attività la riunione di discussione. E nello stesso tempo devono coinvolgere attivamente i successori, che sono i giovani uomini, le giovani donne e i membri della Divisione studenti.
È importante che la riunione di discussione abbia buon esito, ma questo esito dipende soprattutto dagli sforzi costanti fatti fino al giorno in cui essa si svolge.
I consigli nella fede e il dialogo, le prove concrete nella società, i contenuti che arricchiscono la riunione di discussione: tutte queste cose costituiscono il ritmo dinamico della felicità e della vittoria, funzionano in sinergia con la riunione stessa e sono la base del nostro movimento delle riunioni di discussione.
Attraverso questo continuo allenamento a lucidare la nostra vita si costruisce dentro di noi la fede per ottenere la felicità, per superare le difficoltà e per vincere assolutamente. Inoltre è necessario incoraggiare con molta cura gli amici che non sono riusciti a partecipare alla riunione di discussione e ringraziare con tutto il cuore le persone che offrono la casa. Questo comportamento basato sulla sincerità, non dimentichiamolo, fa parte dei punti cruciali del nostro movimento delle riunioni di discussione di questa nuova era. Un altro punto che vi chiedo di prendere in considerazione è la cura dei rapporti col vicinato, poiché le riunioni di discussione sono inserite nella società in cui viviamo. Non possiamo ricercare solo la soddisfazione personale; se disturbiamo i vicini parcheggiando male motorini e automobili, oppure parlando ad alta voce, la riunione di discussione perde il suo valore e il suo significato. Toda spiegava: «Desidero che le riunioni di discussione siano cariche di compassione amorevole e siano le riunioni numero uno al mondo per la gioia che vi si sperimenta». «Più la società è insicura e spietata e più dobbiamo impegnarci a far sì che le riunioni di discussione siano traboccanti di gioia, fiducia e coraggio».

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Venuti da lontano
al castello dell'amicizia
si sono riuniti,
tutti saranno protetti
da Brahma e Shakra.

Adesso in tutta la nazione le riunioni dei responsabili di Centro sono trasmesse via internet. Nell'isola più a est del Giappone, Yonakuni, nelle vallate o nelle zone mal servite dai trasporti e prive di Centri culturali vicini, in luoghi dove fino a poco tempo fa non esistevano collegamenti via satellite, ora ci si può collegare via internet. Mia moglie e io leggiamo commossi le impressioni che ci inviano le persone lontane dopo ogni riunione. Non importa quanto si è distanti fisicamente, il cuore supera qualsiasi distanza. Anche a Mie, zona dove mi recai cinquant'anni fa dopo il terribile tifone che causò grandi devastazioni, vive un compagno di fede che ancora oggi espone nella stanza dove ospita le riunioni la foto fatta all'epoca insieme a me, come ricordo del legame tra maestro e discepolo. Di fronte all'immagine di quei compagni di fede pieni di vitalità non posso fare altro che giungere le mani in segno di rispetto.
A proposito del luogo in cui è insegnata la Legge corretta, il Sutra del Loto dice: «Immagina che una persona sia seduta nel luogo ove viene esposta la Legge e, quando appare un'altra persona, la inviti a sedere e ad ascoltare, le offra di dividere il suo seggio e la persuada a sedersi» (SDL, 326). Il beneficio che si ottiene è quello di poter sedere insieme a Brahma, Shakra o al re saggio che fa girare la ruota. I benefici accumulati da coloro che offrono la casa per le riunioni sicuramente arriveranno ai nipoti e ai pronipoti, poiché si basano sulla precisa Legge di simultaneità di causa ed effetto. La fiducia che i compagni di fede si guadagnano nella zona in cui vivono fa sì che ospiti e persone illustri partecipino insieme a loro alla proiezione via internet delle riunioni di Centro.
Mi arrivano resoconti che testimoniano come amici e ospiti, guardando queste proiezioni, abbiano approfondito la comprensione del Buddismo. Ci sono stati anche ospiti che, contagiati dalla passione dei giovani, alla fine della riunione si sono uniti alla recitazione del Daimoku. [In Giappone i membri si riuniscono per assistere via internet alle riunioni di Centro - quelle che in Italia vediamo in video - invitando ospiti e simpatizzanti, n.d.r.].

In questo luogo
e in quello, e in quest'altro,
emersi dalla terra
i giovani
vincono.

Nei piccoli incontri c'è la forza per trasformare il cuore di una persona. La scultrice americana Kristine Smock mi ha raccontato di un suo incontro con Martin Luther King: «Poche settimane prima della morte di M.L. King ebbi l'opportunità di partecipare a una piccola riunione cui egli era presente. Grazie alle parole scambiate con lui iniziai a pensare che era necessario un nuovo paradigma culturale basato sulla multiculturalità, che superasse i confini nazionali».
Grazie a questo incontro la Smock decise di diventare lei stessa un ponte fra le culture e da allora ebbe notevoli risultati.
Durante la Seconda guerra mondiale i partigiani della Resistenza francese erano in pochi ma nonostante questo, grazie al fatto che si sentivano profondamente uniti, riuscirono a sconfiggere il nazismo. Ormai fa parte della storia la sconfitta che un gruppo di persone piccolo ma ricco di umanità riuscì a infliggere a un'organizzazione autoritaria e spietata. Sia François Mitterrand (1916-1996) che André Malraux (1901-1976) e René Huyghe (1906-1997), con i quali ho avuto l'opportunità di dialogare, avevano preso parte al movimento della Resistenza.
Un ricercatore ha spiegato qual era il punto di forza della Resistenza: «L'unica cosa che non poteva venir loro tolta o rubata era il dialogo». Furono i dialoghi liberi e sinceri fra compagni suddivisi in piccoli gruppi che resero possibile il raggiungimento dell'obiettivo comune.
Partire dai piccoli gruppi: questa è la fonte più semplice, ma anche la più potente, della vittoria. Anche la mia grande battaglia per la pace è nata dalla riunione di discussione: incontrai il mio maestro il 14 agosto a una riunione di discussione a Kamata.
Nutro grandi aspettative per questo nuovo impulso al movimento delle riunioni di discussione.
Tutti i giorni mia moglie e io preghiamo affinché i giovani bodhisattva, danzando con gioia, portino avanti kosen-rufu per i prossimi cinquanta, sessant'anni.

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Shakyamuni iniziò a trasmettere i suoi insegnamenti partendo dal dialogo con cinque persone. Anche il Daishonin diede vita al flusso eterno di kosen-rufu parlando «a un piccolo gruppo di persone» (RSND, 1, 580), una riunione in cui erano seduti in pochi.
Una parte dell'ideogramma dan di zadankai significa "fiamma". Se il nostro cuore è pieno di ardore, la riunione di discussione sarà piena di passione.
Con l'entusiasmo che nasce da questo movimento dinamico delle riunioni di discussione, che brucia di passione per kosen-rufu, ognuno realizzi la propria rivoluzione umana e apra la strada verso la vittoria completa.
Giovani alzatevi! Donne siate allegre! Uomini radunatevi coraggiosamente!
Scacciate le nubi nere che incombono sulla nostra società confusa e fate risuonare la canzone della vittoria!
Il brillante ottantesimo anniversario ci vedrà vincitori, insieme alle riunioni di discussione!

Dieci milioni
di amici della Soka
continuerò a lodare
fino a realizzare
il voto dell'infinito passato.

(dal Seikyo Shimbun dell'11 dicembre 2009)

Vita di gruppo / Le sorprese di Lapo
Lapo arriva nel gruppo qualche mese fa, raccontando di attraversare un momento difficile. All'inizio io, una delle responsabili di gruppo, cerco di stabilirci un legame, con scarso successo, e pensando di stargli antipatica lascio perdere, contando sul fatto che in ogni caso frequenta altri buddisti che lo stanno seguendo nei primi passi. Lapo è quasi sempre presente alle riunioni di discussione, ma non interviene mai, non parla, non si espone, tanto che mi aspetto di vederlo sparire da un momento all'altro. E poi... durante una riunione bruscamente gli chiedo di preparare il prossimo incontro. Lui mi chiede aiuto, fissiamo di vederci qualche giorno dopo. E lì la prima sorpresa: mi racconta cose di sé, della sua vita, che mi fanno sentire piccola piccola. Non posso credere che stia affrontando tante difficoltà da solo. Prepariamo poi l'argomento, concordando passo passo cosa dire, per me che improvviso sempre non è facile, ma lo faccio per lui. La sera della riunione di discussione Lapo, dopo aver atteso il suo momento in silenzio, con sicurezza, estro e precisione ha fatto un intervento che ha strappato un applauso a tutto il gruppo! Che sorpresa! La cosa più bella per me, al di là della scoperta delle potenzialità di Lapo, è stato vedere il suo sorriso smagliante e orgoglioso alla fine della riunione. Grazie Lapo. Non smettere mai di sorridere!
Cristina Mannini

Un'oasi per la gente
C'è un luogo che permette a ciascuno di rivitalizzarsi: è la riunione di discussione. Quando Carmen si è trovata in un paese lontano ha riscoperto il calore della famiglia Soka e il sostegno dei suoi membri
di Carmen Innocenti

Nel 2007 per me e mio marito è iniziata l'avventura in un paese mediorientale. Eravamo contenti e pieni di speranza, come lo si può essere quando finalmente realizzi un obiettivo per il quale hai lavorato a lungo, anche se allo stesso tempo eravamo consapevoli delle incognite e delle difficoltà che avremmo potuto affrontare in un paese straniero.
Dopo un mese io e Simone abbiamo deciso di ricominciare a partecipare agli zadankai: ci mancava il confronto con gli altri membri e l'incoraggiamento che ne deriva.
Abbiamo sentito che il nostro Daimoku non bastava e che, se volevamo essere felici e contribuire a kosen-rufu, dovevamo "alzarci noi per primi"; quindi abbiamo iniziato a tenere le riunioni di discussione anche se eravamo solo io e lui, leggendo brani della Nuova rivoluzione umana e incoraggiandoci a vicenda. Poco dopo, per una "strana" coincidenza, mio marito scoprì la presenza di altri membri della SGI e così, ancora increduli, partecipammo al primo zadankai nel nuovo paese.
Questa piccola comunità di membri, provenienti per la maggior parte da paesi asiatici, mi ha accolta come si accoglie una figlia, facendomi sentire fin da subito protetta dalla purezza della loro fede e incoraggiata dalle loro esperienze. All'inizio non parlando bene l'inglese, alternavo la gioia di aver trovato la "famiglia" buddista in quel paese sperduto alla frustrazione di non poter contribuire quanto avrei voluto. Quel periodo di difficoltà mi ha aiutato a sviluppare quella compassione buddista che arriva al cuore anche senza parole e senza un linguaggio perfetto.
L'attività è completamente diversa da quella a cui ero abituata. Anzitutto le riunioni di discussione si tengono ogni venerdì e non recitiamo mai insieme se siamo in gruppi numerosi; non si scambiano messaggi di attività usando indirizzi e-mail di lavoro né ci si manda sms parlando di meeting ma di "tea party". Il motivo è che la SGI non è riconosciuta (ancora!) nel paese e non è possibile fare shakubuku.
Oggi, da una parte, sono ancora più cosciente di quanto sono stata fortunata a poter vivere in libertà la mia fede in Italia e dall'altra provo gratitudine per il fatto di far parte di un gruppo eterogeneo, che accoglie tante nazionalità differenti e che dimostra ogni giorno come ricercare l'unità accettando le differenze. Gli incoraggiamenti ricevuti allo zadankai mi hanno aiutata a comprendere che kosen-rufu può essere realizzato smettendo di cercare scuse e giustificazioni, e iniziando ad agire nel concreto come discepoli di Ikeda.
Il mio Daimoku è oggi più puro, sincero, meno finalizzato agli scopi e indirizzato a risvegliare la consapevolezza di essere Budda, comunque e per sempre. Oggi mi perdo meno nei pensieri, una mia caratteristica del passato, e mi fido meno della mia capacità di parlare: utilizzo invece molto di più la pratica, per toccare la vita delle persone intorno a me con le mie azioni e la compassione, che mi sforzo di sviluppare ogni giorno.
In due anni abbiamo quasi raddoppiato in modo naturale il numero di partecipanti e sono sicura che insieme stiamo mettendo le basi per kosen-rufu nel paese. Devo tutto questo ai miei amici membri, al loro spirito indomabile di pionieri e alle nostre riunioni di discussione, così aperte e sincere.

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